L’intera comunità scientifica plaude all’organizzazione della conferenza internazionale su Pompei!
Segna un punto di svolta! E’ l’inizio di un percorso nuovo che vede il ruolo centrale del Parco Archeologico di Pompei come luogo di un modello scientifico interdisciplinare!
Per l’eruzione del 79 d.C. confermata la data del 24 Agosto ma la conferenza crea una rete di confronto multidisciplinare e interdisciplinare senza precedenti!
Helga Di Giuseppe – archeologa : “Un grazie a Gabriel Zuchtriegel e al Presidente Archeoclub, Rosario Santanastasio. . Gli obiettivi raggiunti: l’eruzione era d’autunno questo è certo, era il 24 agosto, l’autunno del 79 d.C., come ci ha raccontato Plinio il Giovane nelle sue lettere a Tacito inviategli poco meno di 30 anni dopo la catastrofe. E’ davvero difficile che Plinio il Giovane si sia sbagliato e in ogni caso nessuno è riuscito a dimostrare finora che si fosse sbagliato. Ugualmente, vengono accompagnate definitivamente alla porta: la moneta che non data l’eruzione in quanto mal letta, l’iscrizione a carboncino che non data l’eruzione in quanto priva di elementi datanti e durevole nel tempo (poteva essere stata scritta anni prima, come l’esperimento effettuato dal Parco ha dimostrato), il 24 ottobre e il 23 novembre del 79 d.C. che sono il frutto di errori generatisi nella trasmissione dei codici della lettera di Plinio, come è stato matematicamente dimostrato!”.
“La ricerca scientifica e metodologica torna grande protagonista. Non si erano mai viste tante TV nazionali e locali e tanta stampa, anche internazionale, interessarsi a un dibattito scientifico intorno a un argomento specifico come una data, quella dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Certo parliamo di Pompei, la città antica più importante al mondo che ha vissuto una delle catastrofi più drammatiche della storia dell’umanità. Ancora si scava, ancora si disseppelliscono vittime. Gli obiettivi raggiunti: era d’autunno questo è certo, era il 24 agosto, l’autunno del 79 d.C., come ci ha raccontato Plinio il Giovane nelle sue lettere a Tacito inviategli poco meno di 30 anni dopo la catastrofe. Chissà quante volte l’avrà raccontato a chi gliene chiedeva dettagli, chissà quante lettere avrà spedito oggi perdute, chissà quanto abbia riferito all’imperatore Tito nei giorni immediatamente seguenti, essendo un testimone oculare così illustre, il nipote di Plinio il Vecchio, la più famosa delle vittime dell’eruzione. Un trauma così grande è indimenticabile, tanto è vero che la catastrofe ci è stata narrata con dovizia di particolari. E’ davvero difficile che Plinio il Giovane si sia sbagliato e in ogni caso nessuno è riuscito a dimostrare finora che si fosse sbagliato”. Lo ha dichiarato l’archeologa Helga Di Giuseppe, ideatrice della conferenza “POMPEI · 79 d.C. questioni di metodo e di narrazione storica”, all’Antiquarium di Boscoreale organizzata dal Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con la Casa editrice Scienze e Lettere e l’Archeoclub d’Italia che per la prima volta ha riunito esperti di materie classiche, archeologi, paleontologi, paleoclimatologi, ricercatori di tutti i campi scientifici, sul tema della datazione dell’eruzione del 79 d.C.
E’ dimostrato che Pompei rappresenta un modello scientifico senza uguali al Mondo! La data è quella del 24 di Agosto anche perchè le altre ipotesi, stando al riscontro finale, non troverebbero testimonianze e prove chiare.
“Il dibattito condotto in due giorni intensissimi trascorsi tra l’Antiquarium di Boscoreale e i più recenti scavi archeologici di Pompei, ha permesso a studiosi di diversa formazione disciplinare e diversa provenienza geografica, di mettere in campo le proprie competenze a vantaggio della data dell’eruzione del Vesuvio. Il filologo Pedar Foss ha definitivamente dimostrato, dopo uno studio durato 9 anni, che le lettere di Plinio più attendibili sono quelle che riportano la data nonum kalendas Septembres, ovvero il 24 agosto – ha continuato la Di Giuseppe – mentre tutte le altre proposte in secoli di dibattito sono il frutto di errori, di travisamenti di numerali che sono stati interpretati come mesi, quello di novembre, entrato nel dibattito precedente. Altro obiettivo raggiunto è stato l’affermazione del metodo quantitativo, distributivo e contestuale quale premessa necessaria e imprescindibile per qualunque corretta e filologica lettura dei dati archeologici. Un ulteriore obiettivo raggiunto è stato comprendere che il clima nel 79 d.C. era molto diverso dal nostro per via della posizione della terra rispetto al sole nella sua orbita ellittica che influenza le stagioni e le temperature. Abbiamo concluso che non dobbiamo più cercare una data per l’eruzione, piegando i dati archeologici e letterari a questa domanda. La data l’abbiamo, è quella tradizionale del 24 agosto”.
La conferenza segna un punto di svolta senza precedenti e offre l’opportunità alla comunità scientifica inizia un nuovo percorso che porterà ad altri confronti sul modello multidisciplinare di Pompei!
“Ora la ricerca può riprendere con nuova linfa e la propaganda e la pubblicistica, che da troppo tempo inquinavano questo tema, vengono accompagnate definitivamente alla porta. Ugualmente, vengono accompagnate definitivamente alla porta: la moneta che non data l’eruzione in quanto mal letta , l’iscrizione a carboncino che non data l’eruzione in quanto priva di elementi datanti e durevole nel tempo (poteva essere stata scritta anni prima, come l’esperimento effettuato dal Parco ha dimostrato), il 24 ottobre e il 23 novembre del 79 d.C. che sono il frutto di errori generatisi nella trasmissione dei codici della lettera di Plinio, come è stato matematicamente dimostrato.
D’ora in poi, tutto sarà più semplice per gli studiosi, finalmente liberati da un approccio ideologico.
E molto più interessante sarà spiegare perché il 24 agosto certi frutti del nostro tardo autunno erano già maturi – ha proseguito la Di Giuseppe – quando venivano raccolti e per quali usi, quali erano le pratiche agricole al momento dell’eruzione, perché alcuni avevano già vendemmiato e altri no, perché alcuni avevano già raccolto le olive e altri no. Per quali motivi e per quali usi? Alimentari? Produttivi? Per quali motivi i Pompeiani portavano mantelli di lana su leggere tuniche al ginocchio con maniche a tre quarti o addirittura senza maniche? E come si concilia questo con il fatto che avevano sandali aperti ai piedi? Perché la buona parte dei ritrovamenti è composta da cereali, leguminose e frutta in stato di essiccazione? Perché gli altari erano fumanti al momento dell’eruzione? Quali feste religiose erano in corso? E perché il menù dei Pompeiani in quegli ultimi giorni prevedeva in maniera diffusa il consumo della fave?
A molte di queste domande è stato già risposto durante il convegno, ad altre si risponderà con la prosecuzione della ricerca”.
Pur nelle diversità di pensiero, l’intera comunità scientifica internazionale plaude all’organizzazione della conferenza che non ha precedenti nella storia!
“La conferenza apre un nuovo percorso e segna una svolta storica perchè per la prima volta si sono incontrate anime diverse – ha affermato l’archeologo olandese Eric Moormann dell’Università di Nijmegen – da una parte gli esperti in Lettere Classiche, dall’altra le scienze. E’ l’inizio di un confronto”.
“E’ importante momento di riflessione nel senso che a testimonianza di tutta una serie di eventi tra i quali poi l’eruzione del 79 noi abbiamo la realtà di Pompei che è un modello di studi che orienta poi tutta l’archeologia. Chiaramente noi abbiamo prove testimoniali della data della eruzione che non sempre collimano. Allora secondo me è stata una cosa molto importante che il direttore del parco Zuchtriegel – ha dichiarato l’archeologo Antonio De Simone – abbia voluto chiamare un po’ tutti quanti noi a confronto. Queste occasioni secondo me sono molto importanti perché sono sempre fasi di crescita culturale notevole”.
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E non è escluso un documento conclusivo per la giornata di domani!
“Il mio studio ha ricostruito i vari passaggi attraverso i quali la versione che dava il mese di Novembre, come quello dell’eruzione, intro a far parte della traduzione manoscritta. In particolare, ho messo in evidenza come l’editore di un’edizione a stampa a Roma nel 1464 interpretò novembre come una lacuna nelle lezioni manoscritte dell’epoca. Inoltre, anche dopo il ritrovamento di manoscritti meglio conservati e più antichi – ha affermato Peader Foss, Professore di studi classici presso la DePauw University di Greencastle, Indiana – e la concordanza sulla data dell’eruzione al 24 agosto, i studiosi della storia naturale di Plinio il Vecchio reintrodussero novembre e diedero inizio a una nuova serie di errori che portarono alla molteplicità di date oggi in esame”.
Un convegno esempio di metodo per l’interdisciplinarietà.
“Un convegno che è un esempio di metodo per la presenza della interdisciplinarietà. Tanti specialisti che provenivano dalla filologia, dall’archeologia, dalla archeobotanica – ha affermato l’archeologo Paolo Giulierini – si sono confrontati per porsi dei temi di fondo ma soprattutto richiamare all’idea che le scienze si devono parlare”.
Evento voluto con forza da Archeoclub D’Italia.
“Ringraziamo il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel e l’archeologa Helga Di Giuseppe – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – perchè siamo riusciti nell’obiettivo di mettere insieme la comunità scientifica coinvolgendo tutte le discipline”.
La piena soddisfazione di Archeoclub d’Italia!
“L’importanza di questo convegno è stata nello scoprire, nello scorgere l’interdisciplinarità – ha dichiarato l’avv. Michele Martucci, Coordinatore di Archeoclub d’Italia Campania – cioè un approccio diverso, un metodologico diverso completamente. Infatti la conferenza ha messo insieme grandissimi archeologi, grandissimi geologi, studiosi di numismatica, le eccellenze massime in materia di ricerca estratigrafica, andando oltre l’importanza della datazione dell’eruzione del 79 d.C. “.
Un grande Comitato Scientifico!
“L’obiettivo che si era posto Archeoclub d’Italia, ma in collaborazione anche col Parco archeologico di Pompei e con il comitato scientifico che ha organizzato questo evento – ha affermato il prof. Domenico Palumbo, Archeoclub d’Italia Nazionale e componente del Comitato Scientifico – era proprio stato quello del dibattito e del confronto, cioè quello di mettere insieme saperi diversi, sapori non a caso perché abbiamo parlato anche di questo e anche perché il pubblico si è appassionato molto al dibattito. Questo per dire soltanto una cosa, che non c’è una scelta tra una data anziché un’altra, ma è quella di creare le basi per un confronto multidisciplinare, un approfondimento multidisciplinare che leghi insieme in un confronto proattivo, che quindi possa scaturire successivamente in approfondimento sempre più particolareggiato e non a scegliere una data e a parteggiare per esse”.
Il Comitato scientifico e organizzativo dell’evento era costituito da: Gabriel Zuchtriegel, Stefano De Caro, Nathalie de Haan, Helga Di Giuseppe, Paolo Giulierini, Mario Grimaldi, Eric M. Moormann, Domenico Palumbo, Umberto Pappalardo, Felice Senatore.
Per la stampa –
Ufficio Stampa Parco Archeologico di Pompei – Tel 081 – 8575327 – pompei.ufficiostampa@cultura.gov.it
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Archeoclub d’Italia – Tel 392 – 5967459.
Nel link video – foto e interviste che la stampa può utilizzare tranquillamente https://wetransfer.com/downloads/ed82a76dbdd4ebf7ac0679be1edbb3fa20251126094800/f7bb02f6e6de71bd4a0ab5a12c16453a20251126100009/a6828d
