Comunicato Stampa
Domenica 11 Maggio – in un contesto storico particolare – Chiese Aperte in tutta Italia.
Katia Straziuso (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Tolve) : “A Tolve, in Basilicata avremo l’apertura straordinaria del Campanile della Basilica di San Rocco e dunque potremmo vederlo e salire. La Basilica è uno dei Luoghi Giubilari”.
Anna Murmura (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Vibo Valentia) : “In Calabria, a Pizzo Calabro, entreremo in una chiesa scavata nella roccia. All’interno, la chiesa ospita una collezione di statue e bassorilievi sacri, anch’essi scolpiti direttamente nella roccia della grotta. Queste opere d’arte rappresentano figure religiose, scene bibliche ed episodi della vita di Gesù e della Madonna”.
E’ possibile scaricare il programma andando sul sito di Archeoclub D’Italia.
In Calabria eventi anche ad Amoroni e a Reggio Calabria!
Domenica 11 Maggio, in tutta Italia sarà – Chiese Aperte.
“In Calabria c’è la chiesa di Piedigrotta ed è tutta scavata e scolpita nella roccia calcarea. La Chiesetta di Piedigrotta si distingue per la sua insolita ubicazione e struttura. Situata al livello del mare, è completamente scavata nella roccia calcarea, con un’entrata che si apre direttamente sulla spiaggia. Questa caratteristica le conferisce un’atmosfera unica, in cui la luce naturale filtra dolcemente attraverso l’ingresso, illuminando le sculture e i dettagli interni in un gioco di luci e ombre che cambia nel corso della giornata. La chiesetta si trova a Pizzo Calabro. All’interno, la chiesa ospita una collezione di statue e bassorilievi sacri, anch’essi scolpiti direttamente nella roccia della grotta. Queste opere d’arte rappresentano figure religiose, scene bibliche ed episodi della vita di Gesù e della Madonna, testimonianza della profonda fede dei fedeli e degli artisti che hanno lavorato a questo progetto attraverso i secoli. Ogni scultura è frutto di un minuzioso lavoro artigianale che ha richiesto non solo abilità tecnica ma anche una profonda sensibilità spirituale. La precisione dei dettagli, l’espressività delle figure e la fluidità delle forme conferiscono a queste opere un valore artistico e devozionale che colpisce i visitatori. La vedremo Domenica 11 Maggio, in occasione di Chiese Aperte in tutta Italia e lo faremo in compagnia di storici ed esperti in beni culturali eclesiastici”. Lo ha annunciato Anna Murmura, Presidente Archeoclub d’Italia, sede di Vibo Valentia.
Bella e con una storia secolare.
“Secondo la leggenda nel 1600 una veliero proveniente da Napoli, con a bordo il quadro della Madonna, sarebbe stato sorpreso da una tempesta, schiantandosi sulla scogliera e naufragando.
Durante la tempesta i marinai della nave fecero voto alla Madonna di ergere una cappella in caso di salvezza. I marinai si salvarono raggiungendo la riva a nuoto e si salvò anche il quadro ritrovato sulla spiaggia. Mantenendo la promessa, scavarono nella roccia una piccola cappella votiva – ha continuato Murmura – e ci posizionarono la sacra immagine onorando il voto.
Verso il 1880 un artista locale, Angelo Barone, decise di dedicare la propria vita a quel luogo e ogni giorno raggiungeva il posto a piedi per ingrandire la grotta a colpi di piccone. Finiti i lavori, inserì negli ambienti scavati le statue rappresentanti la vita di Gesù e dei Santi. Alla morte del padre, il figlio Alfonso dedicò altri 40 anni della sua vita per completare l’opera d’arte, scolpendo gruppi di statue, capitelli con angeli, bassorilievi con scene sacre e affreschi”.
Anche in Calabria, Domenica 11 Maggio sarà Chiese Aperte, la rassegna organizzata da Archeoclub d’Italia.
“Sarà Chiese Aperte in tutta Italia ed in un momento storico. L’11 Maggio, in Italia sarà “Chiese Aperte” che giungerà alla sua trentunesima edizione. Si tratta di un importante appuntamento caratterizzato quest’anno dalla concomitanza con il Giubileo Universale ordinario della Chiesa Cattolica 2025 – ha affermato Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia e Responsabile Grandi Progetti, Referente Chiese Aperte – detto anche Giubileo della Speranza.Oltre alla conoscenza della storia e dell’architettura degli edifici di culto, estenderemo la nostra attenzione anche ai manufatti che vi sono contenuti, con un approfondimento storico – artistico delle opere e degli autori che le hanno realizzate”.
Ad Amaroni ci sarà l’Abbazia di San Nicola. Visite anche alla Chiesa di Santa Barbara Vergine.
“In Calabria, ad Amaroni, visita all’Abbazia di San Nicola e alla Chiesa di Santa Barbara Vergine. Visiteremo la cappella laterale della chiesa parrocchiale di Santa Barbara Vergine e Martire patrona di Amaroni, con esposizione dei documenti riguardanti la chiesa parrocchiale e l’antica abbazia di San Nicola delle Maliole, situata in contrada Batia del comune di Amaroni. Per tutti l’appuntamento è Domenica 11 Maggio dalle ore 12.00 alle ore 20.00 2. L’ Abbazia di San Nicola Delle Maliole – ha affermato Lorenzo Satanassi, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Amaroni – è stata costruita prima in periodo bizantino, prima metà dell’anno 1000, in seguito ricostruita in periodo normanno da San Luca di Melicuccà (RC) vescovo di Isola Capo Rizzuto (KR) nel 1092 circa, e visita alla antica icona della Madonna dei Sette Dolori risalente al 1500, situati in contrada Batia del comune di Amaroni. Per la visita ai ruderi della antica abbazia di San Nicola Delle Maliole e all’icona della Madonna dei Sette Dolori il ritrovo è alle ore 16 e 20 in piazza Matteotti”.
Ed ancora in Calabria!
A Reggio Calabria visita alla Chiesa della Madonna dei Poveri al Trabocchetto, comunemente conosciuta come a Krèsiê Pipi (chiesa di Pepe), si trova a Reggio Calabria in Via Trabocchetto Terzo.
“L’originario luogo di culto fu edificato forse nel corso del X secolo dedicato al Santissimo Salvatore, unico ricordo ne è la “via del Salvatore” che si congiunge alla chiesa; fu la parrocchia della periferia reggina come chiesa dittereale, cioè chiesa succursale della Cattolica dei Greci, allora ubicata in piazza Italia ed unica parrocchia del centro cittadino. L’esistenza della chiesa del Salvatore è già attestata da documenti della metà dell’XI secolo e probabilmente è da identificare con una delle tre chiese poste sulla collina che “per la sua vicinanza sovrasta la città” di cui si legge nella vita di san Lorenzo di Frazzanò, che fu a Reggio intorno al 1158. Da essa fino alla seconda metà del XVIII secolo la domenica delle Palme partiva la celebre “processione della Sannà”, descritta dagli storici reggini come evento particolarmente suggestivo, che ha dato nome all’attuale “via Osanna” e che giungeva alla Cattolica percorrendo a ritroso quella che forse era stata la via sacra dei greci dalla agorà (piazza Italia) all’acropoli (Trabocchetto). Dopo la peste degli anni 1576 – 1577 – ha affermato Rosanna Trovato, Presidente Archeoclub d’Italia sede Area Integrata dello Stretto – dato che il lazzaretto in quel frangente era stato impiantato attorno alla chiesa, essa rimase chiusa al culto per diversi anni nel timore che frequentare quel luogo potesse essere ancora causa di contagio e le sue strutture per l’abbandono subirono danni. Negli anni a cavallo tra i secoli XVI e XVII fu ristrutturata: furono abolite le antiche tre absidi bizantine e sostituite con l’unica ampia abside ancora esistente, furono praticate nei muri cinque finestre, quattro delle quali ancora visibili, fu rifatto il tetto, le cui grondaie erano sostenute da cagnoli in pietra intagliata in parte conservati.
Col terremoto del 1783 crollò la facciata, qualche metro più avanzata rispetto all’attuale, e la chiesa rimase per alcuni decenni abbandonata, finché, alla metà del XIX secolo il terreno dove essa sorgeva con tutti i ruderi fu acquistato da un pasticcere reggino, Paolo Albanese, chiamato “Paulu Pipi”, che dette il suo nome alla chiesa, a Krèsiê Pipi. Egli infatti restaurò i ruderi esistenti, ne rialzò le murature di circa tre metri, rifece la facciata ed il campanile, e dedicò il luogo di culto al suo santo patrono, chiamandolo San Paolo e dotandolo di una statua del santo ancora conservata. Il terremoto del 1908 fece ancora una volta crollare la facciata ed il campanile e sulle strutture edilizie rimaste intatte una squadra di soccorso americana costruì una chiesa baraccata, ricoperta di lamiere, “a krèsiê landa”, che servì ancora una volta come parroc-chia col titolo di San Paolo per i vasti insediamenti baraccati sorti sulle colline orientali della città. Nel frattempo fu costruito un nuovo edificio cultuale per quella vasta parrocchia, l’attuale chiesa di San Paolo alla Rotonda, e nel 1935 essa si trasferì in quella nuova sede.
La chiesa, unico cimelio bizantino esistente quasi integro nella città di Reggio Calabria, il 22 marzo 2001 fu visitata da S.S. Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, durante il suo pellegrinaggio ai luoghi sacri della grecità di Calabria e Sicilia”.
Chiese Aperte in Basilicata ed esattamente a Tolve.
A Tolve Basilicata – Chiesa della Santissima Annunziata. Apertura straordinaria del Campanile della Basilica di San Rocco.
“A TOLVE, (PZ) visite dalle ore 11, alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 19 alla Basilica – Santuario Diocesano di San Rocco con apertura straordinaria del Campanile e alla Chiesa della SS. Annunziata e alla Chiesa del Purgatorio. La Basilica è stata individuata, dall’Arcidiocesi di Acerenza come uno dei Luoghi Giubilari. La fondazione del convento della SS.ma Annunziata risale all’ultimo ventennio del XVI secolo, con la costruzione che proseguì per circa quarant’anni, terminando nel 1637. In quel periodo, gli Ordini mendicanti francescani ebbero un ruolo significativo a Tolve, con la realizzazione di questo convento che seguiva la costruzione, di pochi anni prima, del convento cappuccino di Sant’Antonio. La differenza nella concezione insediativa tra i due ordini è evidente: il convento cappuccino era situato lontano dal centro abitato – ha affermato Katia Straziuso – in una posizione più isolata, mentre quello dei Conventuali si sviluppa in una zona a ridosso del centro urbano, in modo che i frati potessero partecipare attivamente alla vita sociale del paese. Sull’architrave è incisa la data di costruzione del portale ad opera di maestranze lucane.
Dal 1985 i restauri dopo il terremoto del 1980. Il restauro ha riguardato lavori di consolidamento statico, successivi al terremoto del 1980. Entreremo in un luogo di storia. La chiesa della SS.ma Annunziata è un edificio a navata unica, con sei nicchie laterali che ospitano dipinti seicenteschi di Pietro Antonio Ferro, pittore tricaricense che operò per conto dei Francescani negli anni intorno al 1620. Tra le opere di Ferro si trovano scene come l’Annunciazione, la Deposizione di Cristo e la Madonna con Bambino e Santi. Alcuni di questi dipinti furono trafugati e successivamente ritrovati e restaurati. L’interno della chiesa è caratterizzato dalla presenza di un’imponente cantoria con un organo a canne perfettamente funzionante. La zona del coro è sopraelevata e chiusa da un altare preconciliare, con aperture laterali che conducono alla sacrestia. Sotto la pala absidale è visibile un dipinto raffigurante il martirio di Santo Stefano. La chiesa è stata anche sede dell’Arciconfraternita del Glorioso San Rocco fino al 1927, quando problemi strutturali ne imposero l’abbandono da parte dei confratelli”.
Per interviste:
Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia e referente evento – Chiese Aperte – – Tel 338 – 931 0216.
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 596745..