L’Archeoclub D’Italia – sede AREA INTEGRATA DELLO STRETTO – nell’anno sociale 2023, al fine di promuovere e valorizzare i beni archeologici, storico-architettonici e ambientali presenti nel territorio, e di implementarne la fruizione, dota di QRcode il pannello didattico della Fontana di Gennaro
Rara sopravvivenza delle numerose fonti pubbliche sorte a Messina per volere del Senato cittadino tra cinquecento e seicento, la fontana detta “di Gennaro”, presenta su un basamento posto al centro di una vasca ottagonale in marmo rosso, la figura di Acquario, nelle classiche fattezze di un giovane assiso in posa bilanciata sul globo celeste dello zodiaco. Le mani reggono due anfore direzionate in senso opposto da cui in origine zampillava l’acqua, che oggi fuoriesce solo dai quattro mascheroni posti alla base della statua.
Prima del terremoto del 1908, la fontana era visibile orientata verso sud al centro di uno slargo tra via del Corso e la via dei Bisolari, ricadente in un’area poco distante da quella attuale.
Sul muro del palazzo adiacente era apposta una targa con incisi la dedica al sovrano Filippo III, i nomi dei senatori committenti dell’opera – Pietro Del Pozzo, Giuseppe Stagno, Antonio Cesare Aquilone, Paolo Adornetto, Carlo Ventimiglia, Giovan Pietro Arena
– e la data 1602.
L’epigrafe recava in chiusura i versi
“Nimpha olini, modo limpha, demuni felicior Urbis/Quando decus, latices contigit essa meos”.
La ricostruzione seguita al sisma attribuì un diverso assetto all’area con l’abolizione del bivio e l’ampliamento di via Cavour, al cui ingresso, con funzione analoga a quella già ricoperta, fu collocato nel 1932 il monumento, frattanto ricoverato al museo e restaurato.
La fontana deve probabilmente il popolare appellativo di “fontana di Gennaro” al periodo dell’anno in cui il sole entra nella costellazione dell’Acquario.
La più antica definizione di “fonte di Iannò”, apparsa già nella pioneristica guida di Messina di Buonfiglio e Costanzo dal 1606, trova una spiegazione nella localizzazione della omonima porta cittadina di Sant’Antonio, detta “di Gennaro” dopo il terremoto del 1783.
Sebbene rimanga ignoto il nome dell’autore, il manufatto è stato da più parti avvicinato ai modi di Rinaldo Bonanno, artista locale di cultura montorsoliana morto nel 1590.
Alle opere oggi visibili nel Museo Regionale di Messina e in particolare al “Giovane con anfora sulla spalla”, attribuito quasi unanimamente al raffinato scultore, rimandano in effetti dettagli come la muscolatura del busto – nel nostro caso più nerboruta -, la testa ricciuta di Acquario e perfino la tipologia dell’anfora.
Tali affinità qualificano la scultura come prodotto di un pigono del Bonanno, a meno che non si consideri l’eventualità che il pezzo, precedente di qualche decennio all’epigrafe, sia stato riutilizzato e montato su nuovo supporto nel 1602.
Una delle incisioni di Filippo Juvarra, realizzate a corredo del Volume di Nicolò Sclavo in occasione della cavalcata per l’acclamazione di Filippo V nel 1701, riproduce le architetture effimere allestite a spese dei mercanti del vino che offrirono al popolo la bevanda attraverso la fontana di Gennaro e altre due fonti.
Gennaro Fountain
THE SENATE’S FOUNTAIN
Messina
The fountain presents an octagonal red marble basin where in the center appears the Aquarius figure like a young man sitting on the celestial zodiac globe. His hands keep two opposing jars from which the water used to come out while today the water springs from four masks.
Gennaro was the name given to the period of the year when the sun enters into the Aquarius time.
Before the earthquake in 1908, the fountain was placed in the center of a small square, in an area not far from the actual site. On a wall of the adjoining building there was a plate engraved and dedicated to King Philip III and to Senators of Messina with the date 1602.
In one of Filippo Juvarra’ s engravings it is shown how wine merchants had offered wine to the people through the Gennaro Fountain’s springs during a ceremony to cheer the King Filippo V in 1701.
After the earthquake the remains of the fountain were kept by the Regional Museum to restore and finally in 1935 it was fully reconstruct ed.
The fountain, whose author is unknown, seems having been designed by Rinaldo Bonanno, a local artist, follower of Montorsoli’s school, who died in 1590.
To Rinaldo Bonanno is attributed also a sculpture of a young man with curly hair, muscular chest carrying an amphora on his shoulders. This sculpture is visible in the Regional Museum in Messina.