Comunicato Stampa
Chiese Aperte – Domenica 11 Maggio – sarà anche in Abruzzo e in Puglia, in un contesto storico particolare.
Giulio De Collibus (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Pescara) : “A Moscufo sarà aperta, con guida Santa Maria del Lago dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 19,30. L’epoca della sua costruzione è ignota e la prima traccia documentata risale al Giugno del 969. A Spoltore, dalle ore 10 alle ore 12 sarà aperta, in collaborazione con la locale pro-loco, la Chiesa di S. Panfilo, monumento settecentesco nato su una precedente chiesa del IX secolo di proporzioni molto più ridotte, forse sovrapposta ad un tempio pagano. Nel pomeriggio, alle ore 16, avrà luogo la visita guidata ” SPOLTORE NASCOSTA – alla scoperta del borgo”.
A Sulmona vedremo chiese i cui edifici non sono più esistenti!
Simona Balassone (Vice – Presidente Archeoclub d’Italia sede di Sulmona) : “A Sulmona visita alle chiese di S. Agostino, S. Carlo, S. Ignazio, S. Tommaso, localizzate tutte nel centro storico della città di Sulmona”.
Davide Di Vittorio (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Loreto Prutino) : “Vedremo la Chiesa di San Pietro Apostolo, gravemente danneggiata dal terremoto del 2009”.
Domenica 11 Maggio, in tutta Italia sarà – Chiese Aperte.
Maria Rita Acone (Presidente Archeoclub D’Italia sede de L’Aquila) : “A San Benedetto in Perillis comune in provincia de L’Aquila c’è una delle chiese più antiche di tutto l’Abruzzo e la vedremo Domenica 11 Maggio”.
Eventi in Puglia, ad esempio a Bitetto, a Manduria, a Rutigliano, a Lucera.
“Domenica 11 Maggio si svolgerà in Italia la tradizionale manifestazione nazionale di Archeoclub d’Italia ” Chiese Aperte”. Tanti gli eventi in Abruzzo. Ad esempio a Moscufo sarà aperta con guida Santa Maria del Lago dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 19,30. L’epoca della sua costruzione è ignota e la prima traccia documentata risale al Giugno del 969 ed è contenuta nel Chronicon Casauriense, della metà del XII secolo. Il toponimo richiama un bosco sacro (lucus) che fa derivare la sua origine a un luogo di culto pagano preromano. La Chiesa è di fondazione altomedievale ma ebbe il suo massimo splendore nell’XI secolo. Con l’occasione, e negli stessi orari, sarà visitabile in piazza Garibaldi, il museo civico ” Frantoio delle idee”. L’iniziativa è patrocinata dal comune di Moscufo in collaborazione con la locale pro – loco, con la parrocchia di S. Cristoforo e con l’Archeoclub di Pescara. A Spoltore, dalle ore 10 alle ore 12 sarà aperta, in collaborazione con la locale pro-loco, la Chiesa di S. Panfilo, monumento settecentesco nato su una precedente chiesa del IX secolo di proporzioni molto più ridotte, forse sovrapposta ad un tempio pagano. Nel pomeriggio, alle ore 16, avrà luogo la visita guidata ” SPOLTORE NASCOSTA – alla scoperta del borgo”. Lo ha annunciato Giulio De Collibus, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Pescara
A Sulmona visita alle chiese di S. Agostino, S. Carlo, S. Ignazio, S. Tommaso
“Localizzate tutte nel centro storico della città di Sulmona, le chiese oggetto della giornata sono edifici non più esistenti che sono stati riutilizzati, distrutti o defunzionalizzati e che oggi lasciano labili tracce. Il percorso accompagnerà il partecipante alla loro scoperta. Ad esempio la chiesa di S. Agostino: edificata nella seconda metà del XIII secolo – ha affermato Simona Balassone, Vice Presidente Archeoclub d’Italia sede di Sulmona – dopo la soppressione degli ordini monastici il complesso andò in rovina e alla fine del XIX sec fu demolito e la facciata riutilizzata per la Chiesa di S. Filippo Neri. Il principale elemento di interesse conservatosi è il portale riutilizzato nella chiesa di S. Filippo Neri. Esso presenta uno schema ad arco a sesto acuto con strombatura sottolineata dalla sequenza di colonnine tortili e pilastri con ricchi capitelli; le colonne esterne a sezione ottagonale, da cui si diparte il frontone cuspidato, sostengono pinnacoli con gli stemmi degli Angioini e della famiglia sulmonese dei Sanità, che aveva contribuito alla costruzione della chiesa. Al centro dell’architrave un bassorilievo ritrae un agnello crocifero, sui lati sono dipinti quattro stemmi di difficile lettura a causa del mediocre stato di conservazione. Nella lunetta era collocato un affresco quattrocentesco rappresentante la Madonna col Bambino tra Sant’Agostino e San Lorenzo, staccato in occasione del trasferimento della facciata ed esposto nel Museo Civico; nel timpano, invece, al di sotto di un oculo quadrilobato, campeggia un rilievo con la raffigurazione di San Martino a cavallo che dona il suo mantello al povero. Oggi nell’originario luogo in cui sorgeva la chiesa si conserva esclusivamente una monofora. La chiesa di S. Tommaso: si conserva oggi esclusivamente il portale ogivale accanto all’arco del portone del palazzo Colombino.
Poi la chiesa di S. Carlo: avviata la costruzione all’inizio del ‘700, venne gravemente danneggiata nel bombardamento nell’agosto del ’43 e ricostruita per volere di una delle famiglie più influenti della città. Tuttavia poco dopo i Missionari del Sacro Cuore la cedettero all’appaltatore D’Aprile e al posto della chiesa, che venne smantellata, sorge oggi la Casa del Mutilato. Ed ancora la chiesa di S. Ignazio: la chiesa, costruita tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, fu sede della Congregazione dei Nobili che allestiva la processione del Venerdì Santo. Soppressa la congregazione, il complesso venne adibito a collegio che però chiuse a metà ‘800. Nel 1901 si decise per la demolizione che diede avvio alla riorganizzazione di Piazza XX settembre. Poi la chiesa di S. Tommaso: già presente nel catasto del 1376, la chiesa venne distrutta nel 1706 e mai più ricostruita. Oggi si conserva il portale in via Roma”.
Chiese Aperte anche a Loreto Aprutino con la Chiesa di San Pietro Apostolo.
“Saremo al centro storico di Loreto Aprutino per visitare la chiesa di San Pietro Apostolo. La prima attestazione dell’esistenza della chiesa di San Pietro Apostolo risale al 1066. A questa data, l’edificio è già pienamente operativo e possiede delle sue dipendenze, segno di un insediamento religioso consolidato. Nel 1534 iniziano importanti lavori di ristrutturazione, promossi dall’abate Giovanni Battista Umbriani – ha affermato Davide Di Vittorio, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Loreto Aprutino – come riportato su un’iscrizione posta alla base del portale della cappella del Purgatorio, nella parte inferiore della chiesa. Questa fase modifica profondamente l’aspetto originario dell’edificio. Tra il 1761 e il 1780, sotto il regno di Ferdinando I e per volontà dell’abate Donato Carosi, il capomastro-architetto Ignazio Melella trasforma radicalmente lo spazio interno della chiesa, conferendogli un carattere barocco. Dal 1838 al 1845 si costruisce la cappella di San Zopito, dedicata al nuovo santo protettore di Loreto Aprutino, su progetto dell’architetto Paolo Campili di Foligno. La cappella viene ultimata nel 1845, caratterizzandosi per la sua ricchezza decorativa e per la cupola con lanterna. Nel 1936 si realizzano lavori di rafforzamento della copertura: si rinforzano i cordoli perimetrali delle murature e si costruisce una nuova volta a botte sulla navata centrale, in sostituzione della precedente copertura lignea. Nel 1957-1958 il Genio Civile di Pescara esegue importanti lavori di riparazione dai danni bellici. Si ricostruiscono l’abside con relativa calotta (rimuovendo il coro ligneo), i contrafforti nella parte inferiore della chiesa e le volte a crociera delle navate laterali. Vengono inoltre rifatte la pavimentazione interna, le basi dei pilastri e i capitelli delle lesene. Tra il 1977 e il 1978 si procede al consolidamento del campanile, sempre a cura del Genio Civile.Intorno al 2003, su progetto dell’ingegner Antonio Acciavatti, si amplia l’area presbiteriale con l’inserimento di un imponente altare in marmo a mensa quadrata e si rifà l’impianto elettrico. Anche la cripta viene completamente riqualificata, assumendo l’aspetto attuale. Nel 2007-2008, su progetto dell’architetto Franco Feliciani, si realizza un intervento di ristrutturazione interna, che comprende l’intonacatura, la ritinteggiatura e il rifacimento della pavimentazione del presbiterio”.
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Il 6 Aprile del 2009 il terremoto!
“Il 6 aprile 2009 la chiesa subisce gravi danni a causa del terremoto e viene chiusa al culto con ordinanza comunale. Tra il 2009 e il 2010, nell’ambito del progetto “Una chiesa per Natale”, gli ingegneri Giancarlo e Raffaella Paolini, insieme a Giampiero Zenone, dirigono i lavori di restauro. Si interviene con l’inserimento di pali di sottofondazione, la chiodatura tra campanile e controfacciata e la stuccatura delle vaste zone delle volte lesionate. Nel febbraio 2010 la chiesa riapre al culto. Descrizione della chiesa: L’Abbazia parrocchiale di San Pietro Apostolo domina il borgo, ed è documentata fin dalla seconda metà dell’XI secolo. L’attuale aspetto rinascimentale risale al 1551, quando fu ricostruita su iniziativa dell’abate Giovanni Battista Umbriani. La facciata a capanna è preceduta da un elegante portico cinquecentesco in laterizio, diviso in tre campate coperte da volte a crociera e sovrastato dai locali parrocchiali. All’interno, il portico è ornato da stemmi di vescovi e regnanti – ha continuato Di Vittorio – e si apre in un angolo con raffinate trifore in pietra che offrono una suggestiva vista sui tetti del centro storico. L’accesso alla chiesa avviene tramite un portale rinascimentale in pietra, con architrave e stipiti finemente lavorati, sormontato dallo stemma dell’abate Umbriani. L’interno si apre su un vestibolo d’ingresso, sopra il quale si trova una cantoria lignea dal profilo curvilineo. La pianta della chiesa è a tre navate separate da sottili lesene di ordine composito e scandite in cinque campate. Le navate terminano con un’abside semicircolare che ospita il presbiterio, sotto il quale si estende una cripta rimaneggiata in epoca moderna. Le navate laterali sono ulteriormente arricchite da una serie di cappelle affrescate: tra queste si distingue la cappella di San Tommaso d’Aquino, ornata da un fastoso altare a baldacchino e da affreschi del XV secolo, e la cappella ottocentesca di San Zopito, coperta da una cupola con lanterna e arricchita da stucchi e un altare in marmi policromi. La struttura dell’edificio è in muratura portante: in laterizio nella faccia a vista e in ciottoli di pietrame nel nucleo interno, con contrafforti di rinforzo sul fianco destro. La copertura è sorretta da capriate lignee, rinforzate da doppi tiranti in acciaio, con arcarecci e travicelli. Internamente, la navata centrale è coperta da volte a botte con lunette finestrate, mentre le navate laterali presentano volte a crociera. Esternamente, la copertura è a due falde sulla navata principale e a falda unica su quelle laterali. L’abside è protetta internamente da una calotta semisferica e all’esterno da un tetto spiovente. Il tetto è rivestito da coppi e controcoppi in laterizio. Dal punto di vista fondazionale, l’edificio poggia su fondazioni continue in muratura. In corrispondenza della cripta sono state aggiunte sottofondazioni in cemento armato e, nel 2010, una serie di micropali profondi 20 metri per il consolidamento statico. I pavimenti variano: nell’aula principale sono in gres porcellanato; la cappella di San Tommaso d’Aquino presenta una pavimentazione in ceramica di Castelli, mentre nella cappella di San Zopito si trova un mosaico realizzato nel 1865 dal veneziano Giovanni Pellarin. Gli elementi decorativi interni evidenziano l’alternanza di intonaci bianchi e gialli sulle superfici murarie e sulle volte. Una trabeazione orizzontale corre lungo tutto il perimetro della navata centrale. Oltre all’antico altare preconciliare nel presbiterio, le navate laterali ospitano numerosi altari minori, arricchiti da stucchi e affreschi. Separato dalla chiesa si erge il campanile, una tozza torre a pianta quadrata in laterizi a vista, suddivisa in due livelli da una semplice cornice con dentelli. Ogni lato presenta due monofore per l’alloggiamento delle campane. Il terzo livello, leggermente più stretto, ospita la cella dell’orologio civico”.
Chiese Aperte a San Benedetto in Perillis che conta 100 abitanti.
“Saremo a San Benedetto in Perillis comune in provincia dell’Aquila. Quella di San Benedetto a San Benedetto in Perillis è tra le più antiche chiese d’Abruzzo, situata nella parte più alta del borgo murato. Testimonia la presenza di un’antica e importante abbazia benedettina che ebbe un ruolo importante nella diffusione del monachesimo nel territorio aquilano e pelino. Fu costruita in località Perello da cui il nome attuale del borgo che prese origine nei pressi dell’Abbazia da famiglie longobarde che vi si insediarono. Divenne abbazia nel 1074 grazie a Tresmondo – ha dichiarato Maria Rita Acone, Presidente Archeoclub d’Italia sede de L’Aquila – vescova di Valva, la sua importanza derivò anche dalla posizione geografica strategica per i contatti tra area montana e zona costiera. L’edificio risale all’VIII-IX secolo e ha subito numerose ricostruzioni e modifiche nel corso dei secoli. Nel 1973 fu riportato dalla Soprintendenza aquilana alle strutture medievali originarie. La chiesa è stata recentemente riaperta dopo i restauri seguiti al sisma del 2009. Descrizione della chiesa: l’attuale edificio ha una facciata particolare con un loggiato pensile con quattro archi esempio unico in Abruzzo, presente spesso in Umbria in chiese situate nel ducato longobardo di Spoleto. È affiancata da una torre e il semplice portale è ornato da un raro esempio di croce longobarda. L’interno è a tre navate caratterizzato da elementi romanico-gotici e da tracce di preziosi affreschi, custodisce una croce d’argento datata al XIV secolo di scuola sulmonese e presenta un soffitto è ligneo”.
Chiese Aperte anche in Puglia.
A Bitetto la Chiesa di San Domenico del ‘500!
“A Bitetto sarà possibile visitare con gli esperti, la chiesa di San Domenico con l’annesso convento risale al 1598 quando nella zona presbiteriale della nuova fabbrica sacra fu inglobata l’antica cappella extra moenia di “Santa Maria e San Giovanni Battista” dell’XI secolo. Nel 1603 il convento dell’Ordine domenicano ricevette l’autorizzazione papale ad ampliare l’edificio conventuale dotandolo di chiostro e un ampio refettorio nonché ad ereggere il muro di cinta dell’area conventuale e a sistemare la strada di accesso che da “obliqua, ineguale e stretta” fu resa “ampia e rettilinea”. La struttura conventuale fu soppressa dal Governo napoleonico e l’immobile fu assegnato alla giurisdizione del Monastero di Donnaregina di Napoli. Con l’Unità d’Italia l’edificio conventuale, affidato al Comune di Bitetto – ha dichiarato Luisa Palmisano, Referente Archeoclub d’Italia Chiese Aperte a Bitetto – in periodi diversi, è stato trasformato in ambienti scolastici, in Caserma del Comando militare di Bari nonchè in Convalescenziario militare. Tale destinazione portò la caserma militare all’intitolazione al re Umberto I. Successivamente, l’edificio fu adibito a deposito militare e con l’arrivo degli alleati funse da sede di acquartieramento di truppe di passaggio sino al 1945. Per questo gli anziani del paese continuano a indicare l’intera fabbrica del vecchio convento con il nome di “Quartiere”. Attualmente, l’ex complesso conventuale è proprietà del Comune di Bitetto e accoglie la “Sala della Cultura” utilizzata per convegni, mostre ed eventi. Descrizione della chiesa: Dell’edificio originario intitolato a “Santa Maria e San Giovanni Battista” si sono conservate la semicalotta e l’abside centrale, la cui parete esterna è caratterizzata da un’interessante decorazione a denti di sega che sottolinea il perimetro dell’abside e il tiburio della cupoletta. Tale elemento decorativo qualifica l’antica struttura come espressione dell’edilizia urbana, sacra e colta, tipica dell’XI secolo. La chiesa ha subìto, nel corso del tempo, notevoli rimaneggiamenti che hanno compromesso gravemente la facies originaria delle decorazioni e degli stessi arredi. Nella facciata, orientata ad ovest, monocuspidata e lievemente bugnata, si apre un ampio portale sormontato da archivolto. Sulla copertura esterna del presbiterio sono eretti due campanili a vela, disposti ad angolo retto. Alla fiancata destra è addossata la costruzione dell’ex convento fondato dai Domenicani. Molto interessanti le opere pittoriche tardo-barocche conservate all’interno della chiesa. Il pavimento maiolicato del presbiterio mostra ancora, nei punti meno usurati dal calpestio, l’originaria brillante policromia che caratterizza le losanghe quadrilobate con fogliame e grappoli d’uva, cui si alternano raffigurazioni di rose. Nell’ampio lunotto dell’arco di accesso al presbiterio è collocata una tela dipinta da Saverio de Musso nel 1731 con la rappresentazione grandiosa della “Moltiplicazione dei pani e dei pesci”. Sugli altari laterali si conservano opere pittoriche di notevole interesse storico-artistico: il dipinto raffigurante “La Madonna del Rosario” di Antonio Fumo (1738) e la tela con la raffigurazione de “Il miracolo di Soriano” del XVII secolo di Scuola caravaggesca. Di grande pregio artistico è l’affresco situato sulla parete destra del presbiterio che raffigura la “Madonna in trono con il Bambino con cardellini”. L’opera, attribuibile a un frescante di scuola toscana, potrebbe essere datata alla seconda metà del XIV secolo”.
Ed ancora a Manduria visita alla Cappella della Pietà risalente al XVII secolo. .
“Domenica 11 Maggio, per Chiese Aperte, in Puglia, a Manduria, sarà possibile visitare la Cappella della Pietà del XVII secolo, in Piazza della Pietà. Fatta erigere nel 1611 dalla famiglia Ricchiuti – ha affermato Anna Maria D’Andria, Referente Archeoclub d’Italia – Chiese Aperte Manduria – la chiesetta è ad un unico vano di dimensioni ridotte e adornata da due affreschi laterali raffiguranti uno Santa Lucia e l’altro San Leonardo abate. Sull’altare un dipinto ad olio della Pietà”.
Poi c’è Rutigliano.
“A Rutigliano visiteremo la Collegiata Santa Maria della Colonna e San Nicola, risalente all’XI secolo – ha affermato Giuseppe Sorino, Referente Archeoclub D’Italia Chiese Aperte Rutigliano – costruita sulle fondamenta dell’antica chiesetta dedicata a San Pietro e Paolo nel Centro Storico di Rutigliano”.
A Lucera un vero gioiello architettonico!
“A Lucera, visite alla chiesa di S. Maria della Pietà, piccolo gioiello architettonico e spirituale situato appena fuori le antiche mura urbane medievali, a sud-ovest di porta Troia. La costruzione della chiesa e dell’annesso convento si fanno risalire alla fine del XVI secolo – ha affermato Walter Di Pierro, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Lucera – grazie all’intervento dei Frati Minori Osservanti del SS. Salvatore di Lucera, in seguito a un evento miracoloso che alimentò una profonda devozione popolare. Nel corso del tempo, e in particolare tra il XIX e il XX secolo, il complesso fu interessato da importanti trasformazioni, fino ad arrivare ai restauri più recenti che ne hanno restituito il valore storico e artistico. Domenica 11 maggio, i soci dell’Archeoclub accompagneranno i visitatori alla scoperta della storia e delle peculiarità artistiche e architettoniche della chiesa e dell’ex convento (al momento non visitabile), illustrando anche le vicende che ne hanno segnato il destino nei secoli”.
Domenica 11 Maggio sarà Chiese Aperte in un contesto storico particolare.
Il programma sarà su Chiese Aperte 2025 – Archeoclub d’Italia
“Sarà Chiese Aperte in tutta Italia ed in un momento storico. L’11 Maggio, in Italia sarà “Chiese Aperte” che giungerà alla sua trentunesima edizione. Si tratta di un importante appuntamento caratterizzato quest’anno dalla concomitanza con il Giubileo Universale ordinario della Chiesa Cattolica 2025 – ha affermato Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia, Responsabile Grandi Progetti e Referente Chiese Aperte – detto anche Giubileo della Speranza. Oltre alla conoscenza della storia e dell’architettura degli edifici di culto, estenderemo la nostra attenzione anche ai manufatti che vi sono contenuti, con un approfondimento storico – artistico delle opere e degli autori che le hanno realizzate”.
Per interviste:
Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia e referente evento – Chiese Aperte – – Tel 338 – 931 0216.
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 596745