E’ scuola all’aria aperta!
Vincenzo Esposito ( Presidente Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia) : “Noi siamo sentinelle del territorio, della memoria storica che cerchiamodi tramandare ai giovani”.
Massimo Santaniello (socio fondatore Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia che da anni, con un gruppo di studio sempre di Archeoclub d’Italia, sta seguendo un filone di ricerche e approfondimenti sul territorio di Castellammare di Stabia) : “I ragazzi delle scuole diventano “insegnanti” per un giorno vivendo l’identità del territorio ”.
Adelaide Cesarano (docente Istituto Vitruvio di Castellammare di Stabia) : “La collina di Quisisana ospitava Ambasciate e ville di nobili”.
Gli studenti dell’Istituto Marco Pollione Vitruvio, hanno visitato Villa Di Sangro dando il Via al Grand Tour delle Ville Storiche realizzato e organizzato da Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia.
“Con una forma di scuola all’aria aperta diamo la possibilità ai ragazzi di conoscere l’arte, la storia, la filosofia, l’identità. Ed è quello che stiamo facendo con il Gran Tour delle Ville Storiche di Castellammare di Stabia. Una delegazione di studenti di vari istituti sta partecipando a tale programma. Abbiamo iniziato con l’Istituto Vitruvio di Castellammare di Stabia. Un ristretto gruppo di alunni ha studiato testi, leggende, la storia dei personaggi di Villa di Sangro.
L’Archeoclub d’Italia sede di Stabia è da sempre impegnata nella valorizzazione del territorio. Lo facciamo con tante iniziative, promuovendo i siti culturali della città, il paesaggio e in particolare con questo progetto realizzato con alcuni istituti di Castellammare. Infatti abbiamo avuto l’istituto Marco Pollione Vitruvio proprio per valorizzare le ville della collina di Quisisana un tempo nota per le terme.
Il progetto si intitola “Un gran tour per riscoprire le ville borboniche di Stabia”. Ecco, questo è il titolo che abbiamo voluto dare a questa nostra iniziativa per dare valore a un sistema di ville, circa una ventina di queste ville abitate nei secoli da nobili. Infatti Castellammare era conosciuta già nella seconda metà del Cinquecento come la città dei nobili.
Ai musei vaticani, nella sala delle cartine geografiche, è possibile notare che nel Golfo di Napoli c’era una città indicata come Castellammare dei nobili. E questo perché era già il periodo di Ottavio Farnese, ma anche successivamente, fino ad arrivare al periodo borbonico, i nobili qui sono stati un gran numero”. Lo ha affermato Massimo Santaniello, socio fondatore di Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia.
“E lo dobbiamo soprattutto per la presenza del Palazzo Reale di Quisisana, che era poi la dimora borbonica estiva, e quindi tutti i nobili si erano trasferiti sulla collina proprio per seguire la corte napoletana durante i suoi spostamenti.
E quindi la ricchezza di Castellammare non è soltanto nel patrimonio pubblico, che può vantare i siti archeologici di Villa San Marco e Villa Arianna, il museo archeologico libero d’Orsi. Ma c’è un sistema di ville, circa una ventina, che è veramente una risorsa incredibile, perché noi abbiamo valorizzato sempre il patrimonio pubblico, ma qui si tratta di un patrimonio privato che pochissimi conoscono, addirittura quasi nessuno. Ad esempio abbiamo Villa Di Sangro che oggi si chiama Villa Cafiero, però sarebbe più giusto, secondo me molto più nobile, chiamarla Villa di Sangro, perché questa villa è stata costruita probabilmente verso la fine dell’Ottocento – ha continuato Santaniello – proprio dalla famiglia di Sangro, per certezza il Nicola di Sangro, che poi ha lasciato al figlio Placido di Sangro.
E’ una storia, c’è una leggenda poi legata a questa villa, perché Placido di Sangro purtroppo si suicidò in questa villa e quindi da lì è nata la leggenda del fantasma. Ma questo lo faremo raccontare ai ragazzi del Vitruvio, perché sono stati con noi e quindi conoscono bene alcune particolarità di questa villa”.
“Il compito nostro è quello di promuovere il territorio e cerchiamo di farlo con le scuole e di portare a conoscenza di tutti le caratteristiche del nostro territorio – ha affermato Vincenzo Esposito, neo -Presidente di Archeoclub d’Italia, sede di Castellammare di Stabia – e la cultura, l’identità. Castellammare di Stabia è più antica di Roma”.
“Alla collina di Quisisana c’erano le ville storiche abitate da tutta la nobiltà soprattutto napoletana, perchè prima dell’Unità d’Italia, in periodo borbonico c’erano le Ambasciate di varie Nazioni che si trovavano proprio su questa zona alta di Castellammare di Stabia. I reali, inoltre – ha affermato la prof.ssa Adelaide Cesarano, docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Vitruvio di Castellammare di Stabia – trascorrevano il periodo estivo anche su questa collina. E questi luoghi erano inseriti nel Gran Tour”.
Gli alunni hanno da una parte hanno spiegato loro la storia, in questo caso della Villa Di Sangro, ma allo stesso tempo hanno potuto ascoltare docenti di storia, storici del territorio ed anche i botanici
“Siamo in un territorio fortunato, in quanto la ricchezza culturale e colturale è ampia. Tra le specie troviamo ad esempio il castagno – ha affermato Adriano Stinca, Agronomo Ricercatore Universitario – che ha una storia lunga e negli ultimi decenni era stata attaccata da una serie di insetti soprattutto asiatici. Con provvedimenti e al servizio fitosanitario della Regione Campania siamo riusciti a salvare il castagno di Castellammare di Stabia e la sua produzione”.
Lo chef Giuseppe Pane ha illustrato, al termine della visita, varie pietanze a base di castagne.
Per interviste:
Vincenzo Esposito – neo – Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia – Tel 360 435 970.
Massimo Santaniello – socio – fondatore di Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia – Tel 392 – 1970036
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 5967459.
