Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia):“I borghi come le frazioni sono il cuore dell’Italia. E’ fondamentale andarli a visitare”.
Venceslao Grossi (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Terracina):“ Il Borgo Hermada di Terracina è situato a circa 8 km a nord-ovest della città e si può facilmente raggiungere sia dalla S.S. Appia che dalla S.S. Pontina 148. La sua costruzione, che risale al 1935, è parte integrante della struttura storica della bonifica integrale della Pianura Pontina”.
“L’Italia non dimentichi i borghi e le frazioni. I borghi come le frazioni sono il cuore dell’Italia. E’ fondamentale andarli a visitare. E’ fondamentale far comprendere anche ai giovani che proprio i borghi non vanno spopolati. Per questo bisogna implementare i servizi e creare le opportunità”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia.
Nel Lazio c’è ad esempio il Borgo di Hermenada!
“Il Borgo Hermada di Terracina è situato a circa 8 km a nord-ovest della città e si può facilmente raggiungere sia dalla S.S. Appia che dalla S.S. Pontina 148. La sua costruzione, che risale al 1935, è parte integrante della struttura storica della bonifica integrale della Pianura Pontina avviata dallo Stato negli anni ‘20-’30 del Novecento, ne costituisce l’estremo lembo orientale e, insieme a Borgo Vodice e a Borgo Montenero, realizzati nello stesso periodo ma appartenenti ad altri Comuni, ne rappresenta l’esito ultimo e più avanzato. Il Borgo fu progettato da Alfredo Pappalardo, ingegnere dell’Opera Nazionale Combattenti, integrando la nuova struttura urbana con il preesistente complesso agro-industriale di Macchia di Piano (la Riseria della Società Anonima Bonifiche Pontine di Roma), realizzato nel triennio 1925-1927. Il suo nome (assegnato nel 1934) deriva dal Monte Ermada nel Carso (attuale Comune di Duino Aurisina, in Provincia di Trieste) e ricorda la 10a e l’11a battaglia dell’Isonzo, combattute dall’esercito italiano nel 1917 durante la I Guerra Mondiale. Il nuovo insediamento fu organizzato in un’area rettangolare, divisa in due settori con impianto viario ortogonale determinato dalla direttrice di Via Cesare Battisti e incentrati su due piazze con valore rispettivamente istituzionale ed economico-produttivo, seguendo i modelli urbani delle “Città di Fondazione” dell’Agro Pontino. In Piazza XXIV Maggio sono ancora presenti gli edifici dell’originario centro di Macchia di Piano, tra cui, in particolare, l’edificio della “Pileria”sul lato nord, poi trasformato nell’Ospedale Antimalarico del Borgo e, successivamente, in sede del Consorzio Agrario Provinciale (oggi, purtroppo, in grave degrado). In Piazza IV Novembre sono invece conservati alcuni degli edifici principali del Borgo Hermada, di architettura razionalista, come la chiesa di S. Antonio con il suo campanile “a pilastro”, la “Scuola rurale”, la “Dispensa”, la “Palazzina del Direttore”, il “Fabbricato delle abitazioni” e la “Torre del serbatoio”, mentre del tutto trasformato risulta oggi l’originario e complesso edificio delle “Regie Poste-Casa del Fascio-Dopolavoro”. Va inoltre ricordato, al centro della Piazza, il Monumento ai Caduti della II Guerra Mondiale, opera dello scultore Duilio Cambellotti inaugurata nel 1950”. Lo ha affermato Venceslao Grossi, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Terracina, nel Lazio.
Per interviste:
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 5967459.